L’approccio della Psichiatria al Disturbo di panico

Il Disturbo di panico sono ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più dei seguenti sintomi:

  • Palpitazione, cardiopalmo, tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori fini o a grandi scosse
  • Dispnea o sensazione di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore o fastidio al petto
  • Nausea o disturbi addominale
  • Sensazione di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Parestesie (sensazione di torpore o formicolio)
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire
  • Paura di morire

(*DSM-V Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali)

L’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura. Gli attacchi di panico giocano un ruolo importante all’interno dei disturbi d’ansia come un particolare tipo di risposta alla paura.

La presenza di sintomi fa sí che le persone cerchino altri medici, prima dello psichiatra, come medico di base, cardiologi e il pronto soccorso. Alcune condizioni cliniche, come l’ipertiroidismo e feocromocitoma, e anche l’abuso di sostanze, come cannabis, cocaina e anfetamine, possono essere associati alla comparsa degli attacchi di panico.

Il disturbo di panico è tra i più invalidanti dei disturbi d’ansia.
Gli attacchi di panico si manifestano in modo ricorrente e inaspettato, sono più comuni nelle femmine rispetto ai maschi, ma le caratteristiche cliniche o sintomatologiche degli attacchi di panico non differiscono tra maschi e femmine.

Il Disturbo di panico è frequentemente associato ad altre comorbidità psichiatriche come depressione e disturbo bipolare.

La sua prevalenza in Europa è di 2-3%. L’età di insorgenza media è di 20 anni. Il decorso della malattia può essere di vari tipi: cronico (45%), ricorrente (24% dei casi) e remittente (36%), anche se si registrano casi di risoluzione completa dopo pochi anni dall’insorgenza di un primo attacco critico.

Trattamento

Gli SSRI (Inibitori Selettivi della ricaptazione della serotonina) sono i farmaci di prima scelta nel trattamento del disturbo di panico. Gli studi supportano l’efficacia di sei differenti farmaci (fluoxetina, paroxetina, sertralina, fluvoxamina, citalopram e escitalopram). In alcuni studi, anche la venlafaxina è stata testata. 

Un altro gruppo di farmaci molto utilizzato sono le benzodiazepine. Tuttavia il suo potenziale per sviluppare dipendenza o tolleranza, diventano necessarie dosi più alte per produrre gli stessi effetti.

Se però gli attacchi sono stati frequenti e i soggetti hanno modificato il loro comportamento per evitare attacchi futuri, spesso si rendono necessari il trattamento farmacologico e la psicoterapia. Il soggetto che presenta un disturbo di panico risponde meglio alla terapia se comprende che la malattia implica meccanismi sia fisici che psicologici e che con il trattamento di solito si riesce a controllare i sintomi. 

Il trattamento farmacologico può prevenire o ridurre notevolmente il numero di attacchi di panico. Tuttavia, senza la psicoterapia, i farmaci non possono aiutare le persone a preoccuparsi meno per gli attacchi futuri e cessare di evitare le situazioni che causano gli attacchi di panico. La terapia cognitivo comportamentale è la più studiata strategia di trattamento per il disturbo di panico

Le strategie che mettono insieme la terapia farmacologica e la terapia cognitivo comportamentale sono considerate le più efficaci per la maggior parte degli studi.

 

Dott.ssa Maíra Chiarelli Serra
Medico psichiatra

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